WWF Check up the planet: "Twenty years from now there will another"
E invece la stragrande maggioranza dei Paesi, in particolare le nazioni più ricche, superano di gran lunga questa misura arrivando a picchi di oltre dieci ettari globali pro capite. I dieci Paesi con l’impronta ecologica pro-capite più “pesante” sono Emirati Arabi Uniti, Qatar, Danimarca, Belgio, Stati Uniti, Estonia, Canada, Australia, Kuwait e Irlanda. In sostanza, ci vorrebbero ben sei pianeti se tutti vivessimo come un abitante medio degli Emirati Arabi, quattro pianeti e mezzo per Stati Uniti, Belgio e Danimarca, quattro pianeti per Canada e Australia. Ma anche l’Italia non brilla per “leggerezza”: a ciascun italiano servono infatti ben cinque ettari globali per soddisfare il suo stile di vita, un valore equivalente alla capacità produttiva di 2,8 pianeti, che ci porta al 29° posto della classifica, subito dopo Germania, Svizzera e Francia, ma molto prima dei più virtuosi Regno Unito, Giappone e Cina. Complessivamente, i 31 Paesi dell’OCSE, che includono le economie più ricche del mondo, sono responsabili di circa il 40% dell’impronta globale. L’unico tra i Paesi europei a rientrare nei limiti del pianeta è la Repubblica Moldava, mentre a chiudere la classifica con impronte da 'Cenerentola' sono Bangladesh, Afghanistan e Timor-Est.
Considerando che nel 2050 la popolazione globale supererà con ogni probabilità i nove miliardi , rientrare nei limiti del pianeta e investire nel capitale naturale è una scelta quanto mai urgente .
fonte: www.adnkronos.com
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